Venezia, San Marco, cappella di San Clemente, Antonio Rizzo, primo Quattrocento.
In alto la Madonna della Passione con il Gesù spaventato che dall’agitazione perde il sandaletto. Antica iconografia bizantina, con il feriale e domestico dettaglio, nota nella pittura ortodossa ma non nella pittura pittura occidentale e tanto meno nella scultura, della quale questa è un unicum mai notato! Non solo il sandaletto infradito è scolpito in toto, forse l’altro è ancora nel piede sinistro, ma il sesso del bambino appare circonciso tra le vesti. L’unico figlio di Dio si sacrificherà per la salvezza degli uomini.
Fatto curioso quello che accade a Lorenzo Lotto. Le sue opere sono esposte a Roma, il suo talento è riconosciuto in tutto il mondo. Eppure in questi giorni LUI si trova alle Scuderie del Quirinale, ha viaggiato fin qui dal Canada, ma nessuno lo vede, nessuno lo riconosce. Fantastico un po’ su cosa possa pensare il Lotto in una situazione del genere…:”Sono invitato alla mia celebrazione come un ospite fantasma. Guardatemi, sono io, Lorenzo, uno sguardo che penetra lo spazio come una vite… oggi soltanto un quadro tra i miei quadri.” Ma com’è potuto succedere, e di cosa diavolo stiamo parlando? Domenica scorsa mentre siamo al mercatino di Ascoli Piceno, Guerrino mi rivela che questo dipinto è senza dubbio l’autoritratto di Lorenzo Lotto. Inizio subito a riprenderlo con il mio smartphone. Gli chiedo di spiegarmi il percorso che lo ha portato a questa conclusione. La sua sicurezza arriva da lunghi anni di studio che gli hanno permesso, già nel 2008, di scoprire anche l’altro autoritratto nella pala di sant’Antonino (leggi l’articolo) e quindi di approfondire nei minimi dettagli la morfologia dell’artista fino a riprodurlo tridimensionalmente. Questo dipinto, scoperto soltanto negli anni novanta, appartiene alla National Gallery of Canada di Ottawa. Spesso è titolato come “Ritratto di uomo con cappello” e altre volte come “Ritratto di contadino o pastore”. E’ un olio su carta, un supporto alquanto fragile ed economico, che sottolinea la ristrettezza di mezzi in cui viveva il nostro autore e anche l’ipotesi che lo dipinse solo per se stesso. In questi giorni, a Roma, molti di voi ci passeranno davanti, lo ammireranno. Guardate la sua mano, è la sua firma. Guardatelo negli occhi, il suo sguardo non vi seguirà perchè troppo impegnato a guardare se stesso… nello specchio.
Ma prima che guardiate il filmato, una breve sintesi della teoria:
La morfologia del viso è identica a quella del Lotto nella pala di Sant’Antonino: osso frontale e labbra molto sporgenti, naso lungo, capelli ricci e sopratutto la forma delle orecchie particolarissima, a fagiolo, ma un po’ a punta. Guardate il video del Morphing dove sovrapponiamo l’incisione del 1648 che ritrae Lotto e questo ritratto. Concentratevi sulla bocca e sul naso e vedrete che coincidono perfettamente.
La mano destra, che ha realizzato il quadro, è coperta dal cappello proprio perchè essendo in movimento è impossibile rappresentarla. Il cappello, così come il resto del suo abbigliamento (la camicia, la giubba e il robone) è tipico dei viaggiatori. Lotto non ha mai avuto fissa dimora.
La mano sinistra invece firma il quadro. L’indice e il medio indicano il numero 2, mentre l’anulare ed il mignolo, sopratutto se osservati da vicino, hanno una posizione innaturale ed indicano la lettera ELLE. Quindi 2L, Lorenzo Lotto.
Lo sguardo: non sta guardando il pittore, fuori dal quadro, ma se stesso allo specchio.