Antonio e Bartolomeo Vivarini da Murano dipingono nel 1450 il fastoso polittico della Certosa di Bologna ora nella pinacoteca della città. Il primo santo a sinistra, che è vescovo, munito di pastorale, Mitria e istoriato piviale, è santo Stefano di Châtillon, certosino morto a 59 anni nel 1208.
La lunga fascia interna del piviale, da sempre uno spazio usato per figurazioni sacre come il retrostante cappuccio, ha una serie di figure di profeti, non di Apostoli come ancora credono a Ostuni sul bel rosone del Duomo, ma di vari profeti con bizzarri cappelli e turbanti, a dire che erano dell’Oriente e lunghi cartigli con sacre scritture. Il piviale è fermato al centro da un enorme gioiello ovale con rilievi a pastiglia dorata. Ma non ho mai visto santi o profeti a testa in giù, se non per subire martiri, come l apostolo San Pietro, per sua esplicita volontà crocifisso capovolto. Qui i nostri pittori, che stanno entrando nelle spericolate prospettive rinascimentali, fanno girare all indietro il piviale, che mostra il suo interno rosso, all esterno è azzurro, e la fascia figurata che in un complesso piegarsi, ci mostra ben 2 figure complete di profeti , con le gambe all aria.
Certo non era decoroso mostrare sacre icone ribaltate, ma lo voleva la nuova osservazione della realtà. Hanno messo davanti il pastorale a confondere il difficile ” nodo” della stoffa che si rigira. Certo che l Antico Testamento lo si doveva lasciare alle spalle per fare posto alla Buona Novella, ma diremo, c’ è modo e modo… Anche meno alla lettera! Ma pure la sacra moda ha le sue regole.
Venezia, maestro Guerrino Lovato.