San Girolamo nel commentare il vangelo di san Marco,a proposito del Battista dice che “fu” mentre Cristo “era”, dice che viveva nella solitudine del deserto e vestiva di pelli di cammello, non di morbida pecora, e si nutriva di cavallette e miele selvatico. San Giovanni il Battista di 6 mesi più grande di Gesù era figlio di santa Elisabetta e san Zaccaria che lo ebbero in tardissima età. Già da piccolo si ritirò nel deserto dove da grande predicherà e battezzerà le genti sul Giordano e primo fra tutti suo cugino Gesù; morirà decapitato sotto Erode come pre-protomartire prima di santo Stefano, nella nuova fede. La rappresentazione di san Giovanni Battista gode della più ampia diffusione al punto che è la terza iconografia cristiana più diffusa dopo Maria e Gesù e viene sempre raffigurato magro e scalzo, seminudo, con pelli varie come vestiario e spesso con una propria peluria vistosa a dire della selvatichezza e trascuratezza dell’anacoreta. Il suo viso è sempre barbuto ma è la capigliatura che lo caratterizza per essere ampia e spettinata; financo le icone bizantine e poi ortodosse non dimenticano mai il vortice di capelli in fronte senza la riga centrale della pettinatura che sarà lo stile invece di Gesù e degli apostoli, salvo eventuali calvizie e glabrità varie che sono varianti atte alla loro identificazione.
La sensibile e slanciata scultura in marmo di Alessandro Vittoria lo rappresenta come sopra descritto, col piede sinistro in avanti e l’andatura in atto di procedere, il torso scarno, una stola di grosso pelo, coperto nella metà del corpo, da uno svelto manto trattenuto dalla mano sinistra atta a reggere una bronzea croce col cartiglio sempre recitante “ecce agnus dei” (qui assente). La mano destra ampia e nervosa tiene la tazza ora verticale per aver versato l’acqua del battesimo nella vasta acquasantiera che lo regge e lo isola, dove noi attingiamo per farci il segno di croce. Infatti lui guarda le nostre destre mani che si bagnano al suo benedetto fiume circolare. Il parlante viso, spesso piangente, ha una corta barba alla nazarena con due ciuffi sul mento e corte basette. I capelli sono sollevati in ampie ciocche che sulla fronte creano un vivace cespo e ai lati altre due ciocche scendono per risalire e bloccarsi sopra le orecchie perchè non possano scendere sugli occhi abbassando la testa, azione qui e ora praticata dal santo. Queste due ciocche formano due diverse “orecchie” e sono esattamente scolpite come quelle di un satiro, al punto che chi lo guarda di profilo vede prima le orecchie caprine e poi quelle umane. Spesso sono le ciocche dei capelli del Battista a evocare corna ferine.
Selvatico, peloso e misantropo il Battista lo era e nel colto linguaggio dell’umanesimo cristiano dove Cristo è come Apollo o Meleagro, dove san Sebastiano è come Marsia, almeno per il Vittoria, un San Giovanni Battista Satiro è perfettamente accettabile sia nella forma che nel sincretismo simbolico che l’immagine sacra-profana significa. Quando San Girolamo insiste che il Battista “fu” intendeva che “l’animale” del vecchio testamento ancora permeava e conformava la figura del Battista, sempre posto a ponte tra la vecchia legge e la nuova, in attesa dell’uomo nuovo e completamente urbano che da Cristo in poi il credente deve essere.
Guerrino Lovato
Venezia ,12 novembre 2014
Guarda il video in cui Guerrino Lovato racconta l’iconografia del Giovanni Battista.
Alla fine assisterai a un montaggio dei dipinti più famosi.