Questa feriale Annunciazione degli anni Trenta, anonima finora, è ambientata in una casa di ringhiera con l’intonaco già sbrecciato. Maria cucisce e umilmente abbassa la testa, ma saluta con la destra, ha i capelli alla sobria moda del periodo, in un lungo vestito azzurro operaio, si era messa sulla terrazza al primo sole del 25 marzo del 1933. Gabriele, quasi una vittoria dell’epoca fascista scolpita da Martini, procede scalzo con un puro, profumato giglio. Le sottili porte e finestre indicano che lui non è passato di là, ma arriva dalle scale… condominiali del cielo. Due pigre piante sempreverdi e in lenta crescita stanno in primo piano. Ma sul davanzale della verticale finestra, chiusa ma con le ante aperte, è posto al pallido sole un panno giallo di luce divina e un giacinto bianco in un vaso, sopra un piatto chiaro a trattenere l’acqua. Bianca è la tenda scostata, il panno tra le mani di Maria, il giacinto e tutto l’arcangelo e il suo lungo fiore. Il bianco è la Fede e la Castità. Il pittore ha reso il modesto e popolare evento divino in un pedissequo tessuto pittorico dove elenca ogni barra di ferro, ogni travetto e ogni dentello del tetto. La macchia sul muro, tra Gabriele e Maria è come la terra che nutre il fiore, come il grembo che partorirà.
Il dipinto, con la sua cornice, l’ho comprato a Pissignano dall’amico Cristian, per 60 euro. Non è in vendita ma in veduta… in tempi di Covid.
Maestro Guerrino Lovato
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01/03/2021 at 16:17
Grazie!!